Perchè non amo gli elettrodomestici con quattro ruote

Mi sono innamorato della mia prima auto quando avevo meno di cinque anni.

Era bella, anche senza gli sportelli e le ruote, con il motore andato chissà dove e i sedili un po’ sfondati. Ma era bella, bellissima, irresistibile lo stesso, un’Alfa Romeo Giulietta berlina del ’59, di un blu quasi violetto. E io ci passavo i pomeriggi, laggiù nella stupenda campagna vicino a Siena, polverosa, assolata e felice.
Invitavo la mamma, la zia, la nonna, le facevo sedere accanto a me e tutto contento giravo il volante nero facendo brum-brum.
E’ stata la prima di una lunga serie, un amore lungo una vita, che tutt’ora mi fa battere il cuore quando vedo passare una bella macchina, una come si deve.


Mi interessano tutte, piccole, grandi, sportive, comode, di lusso ed utilitarie, perché adoro davvero le auto, le loro carrozzerie ardite, i cerchi scintillanti, i sedili con la pelle profumata, i cruscotti una volta cromati e ora completamente digitali; mi ricordo che mi divertivo tanto a sbirciare dentro per guardare il fondo scala del tachimetro: uao guarda! – dicevo all’amichetto di turno – qui c’è scritto 220 km/h!!! Ma ciò che mi ha sempre attratto di più è il suono del motore, vera e propria musica per le orecchie di tutti gli appassionati. Una volta i rumori delle auto erano molto caratteristici ed ero capace di indovinare che macchina era anche senza vederla, ascoltando il caratteristico scoppiettio al minimo o il rombo in piena accelerazione.


Per fortuna ne ho potute e guidare e provare tante, approfittando di tutte le occasioni che ho avuto, con gioia e curiosità. Sembrava lo sapessi che presto la CMT mi avrebbe tolto la possibilità di scegliere, lasciandomi con due sole auto da poter guidare, quelle con gli adattamenti per tetraplegia parziale. Ma il gusto e la passione sono rimasti, amo ancora le auto, anche quelle moderne ed ipertecnologiche, tutte eccetto gli elettrodomestici con quattro ruote, le auto elettriche.


Non solo perché le auto elettriche non rappresentano , almeno per ora (Allo stato attuale dello sviluppo tecnologico e data la presente impossibilità di produrre tutta l’energia elettrica da fonti rinnovabili), la giusta soluzione ai problemi dell’inquinamento atmosferico, ma soprattutto perché mancano di personalità, di fascino, di carattere.
Non mi emozionano perché non fanno rumore, non suonano, non cantano.  Sono tutte uguali, asettiche, anonime, grigie e silenziose, ricaricabili alla spina come un telefonino o uno spazzolino elettrico.
Possono avere anche 1000 cavalli, un’accelerazione da F1 e mille diavolerie per farti divertire alla guida, ma gli manca la cosa più importante, un’anima, un cuore pulsante.

 

L’ultima 500 elettrica è appena uscita, l’hanno chiamata Abarth (sacrilegio!) ed ha un sistema di altoparlanti esterni ed interni per riprodurre il suono campionato dello scarico Record Monza della Abarth termica. Non scherziamo la musica di un motore vero è un’altra cosa! Non sarà un suono artificiale a farmi innamorare di uno di questi frigoriferi cinesi da strada.

Fausto Birigazzi